Con la nuova normativa, la verifica adesso può effettuare misurazioni più accurate, ottenendo stime migliori grazie ad una più flessibile valutazione. Con l’introduzione dei valori decimali nei singoli parametri è possibile ora acquisire informazioni più precise e quindi rivalutare la qualità della produzione.
La verifica di un codice a barre segue delle normative (ISO/IEC) la cui funzione è quella di regolare i criteri con cui vengono valutati i codici. Queste normative vengono raramente revisionate e ancor più raramente vengono fatti cambiamenti così sostanziali. Quindi cerchiamo di capire cosa è cambiato.
Cosa cambia?
Una verifica qualitativamente adeguata consiste nel compiere almeno dieci letture di un codice, per tutta la sua altezza.La qualità del codice dipendeva da sette diversi parametri, mentre adesso è stato introdotto un ottavo parametro: reflectance margin, descritto da una percentuale – ma non rilevante. Insieme a questo nuovo parametro, nella valutazione sono stati introdotti i decimali.
Nello specifico adesso i parametri sono:
Parametri pass or fail
- Decode (Decodifica) – Indica la possibilità di una decodifica del codice
- Reflectance minimum/maximum (Riflettività minima/massima) – La riflettività minima deve essere minima o uguale alla metà della riflettività massima
- Minimum Edge Contrast (Contrasto del bordo minimo) – che deve essere uguale o superiore al 15%
Parametri con una gradazione in percentuale
- Symbol Contrast (Contrasto del simbolo) – quanto il codice a barre è bianco e nero?
- Modulation (Modulazione) – quanto variano nero e bianco lungo il codice?
- Defects (Difetti) – quanto sono perfette le barre nere e gli spazi bianchi?
- Decodability (Decodificabilità) – quanto è precisa la larghezza delle barre e degli spazi?
- Reflectance margin (Margine di Riflettività) – quanto misura la riflettività?
Ma di preciso…
Il grosso cambiamento apportato dalla normativa è l’introduzione di una scala valutativa dei parametri più precisa, fornendo non più solo numeri interi come risultato, ma anche i loro decimali, ampliando così la valutazione a 41 gradi differenti (da 4.0 a 0.0) – piuttosto che i precedenti cinque (da 4 a 0). Con questa variazione alcuni codici, fino ad allora considerati inaccettabili, posso essere rivalutati.
Nelle tabelle possiamo notare alcune differenze:
Le valutazioni prima della normativa erano più rigide.

Le nuove gradazioni sono più flessibili, permettendo una valutazione più accurata dei codici.
Gli standard con cui i codici sono ritenuti qualitativamente adeguati non sono cambiati: difatti la maggior parte dei codici, salvo altre indicazioni, per essere accettati devono ottenere una media di 1.5 – o C se si sta usando l’annotazione americana ANSI. Solo i codici ITF-14, solitamente stampati direttamente su superfici marroni, con una lunghezza del codice sull’asse X di 0,635 mm o superiore, possono essere definiti validi con un grado pari o superiore a 0.5 – o D.
Se si osservano questi grafici si può meglio intendere il miglioramento:
I grafici rappresentano quei quattro parametri che durante la verifica ricevono una valutazione in percentuale, che viene poi tradotta in gradi. Le due linee colorate mostrano la differenza prima (arancione) e dopo (azzurra) la normativa.
Seguendo la linea arancione si nota come la verifica dei codici producesse valutazioni molto rigide, mentre quella azzurra mostra una più flessibile stima, garantendo una più accurata e corretta gradazione del parametro.
Inoltre è stata introdotta una più adeguata misurazione dei difetti – come segni bianchi lì dove c’erano barre nere o segni neri che interferivano con il background del codice. È stato notato come queste imperfezioni, una volta valutate, fossero troppo rigide e ingiuste, in quanto spesso rappresentavano solo un difetto minore e quindi poco rilevanti ai fini della valutazione complessiva del codice. La nuova normativa infatti aspira ad un tipo di valutazione quanto più realistica possibile.
Per quanto riguarda, invece, il nuovo parametro – Reflectance Margin (Margine di Riflettività) – questo misura, in termini di contrasto, quanto il valore di riflettività dello spazio più scuro o della barra più chiara sia vicino alla soglia globale. Se il parametro ha un valore che è minore del 5% è facile supporre che il codice sarà illeggibile.
Per quanto riguarda il report del grado finale l’annotazione non è cambiata. È sempre scritta nella solita forma “n.n/aa/www” – dove “n.n” indicano il grado numerico, “aa” l’apertura di riferimento e “www” la lunghezza dell’onda di luce utilizzata in nanometri.